I Cinquecento Leoni di Toscana


Post#01
Introduzione alla Collezione
~ I Cinquecento Leoni di Toscana ~




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Origine della Collezione di Oggetti Filatelici di Toscana
Sviluppo ed arco temporale
Composizione del post
Il logo: il Marzocco Tetravalente
Il nome: I Cinquecento Leoni di Toscana
Il livello qualitativo della Collezione
Obiettivi della Collezione
La codifica dei pezzi
Le tinte
Le immagini dei francobolli
Statistiche
Considerazioni di fine post
Obiettivi del blog
Cosa seguirà …

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Origine della Collezione di Oggetti Filatelici di Toscana

Lo studio e la professione mi hanno portato lontano dalla mia terra relativamente presto. Dopo anni di lontananza ho sentito il bisogno di riagganciarmi alle mie origini, alla Toscana, senza dubbio il posto più bello del mondo. Dopo decenni vissuti all'estero mi sono trovato a guardare indietro ai luoghi dove sono cresciuto, alla toscanità, alla mia infanzia, agli anni della giovinezza. Una costante di quei tempi era, tra gli altri interessi, la raccolta di francobolli, come è accaduto probabilmente a molti di età simile alla mia. Il ricordo delle immagini del catalogo Sassone che mio padre mi regalò nel 1985, del francobollo di Toscana riportato nella sezione degli Antichi Stati Italiani non ha mai abbandonato la mia memoria ed è rimasto sempre una curiosità. Curiosità mai soddisfatta da giovane dato il valore proibitivo di quei francobolli per un bambino. A quel tempo, come ovvio, raccoglievo francobolli comunissimi, niente di valore rilevante. Da un altro lato il Granducato di Toscana era un qualcosa di conosciuto, dalle scuole medie forse, lontano nel tempo, appartenente al passato e quindi carico di fascino e un po’ di mistero, come molti degli eventi storici studiati durante gli anni della scuola dell'obbligo.

Dagli elementi, « desiderio di riallacciarmi alle mie origini », in termini di luoghi, « la Toscana » ed in termini di attività che mi hanno regalato piacere negli anni della giovinezza il « raccogliere francobolli », desiderio di conoscere la storia della mia terra d’origine e quindi il « Granducato di Toscana », nasce l’interesse per i primi francobolli emessi nella mia terra natale e quindi ha inizio la Collezione stessa.


Sviluppo ed arco temporale

La Collezione si è sviluppata come metodo per rappresentare un mondo, quello della Filatelia di Toscana, in modo quanto più dettagliato possibile. L’idea di fondo era di tracciare un’immagine attraverso gli Oggetti Filatelici riferibili a quel periodo, in cui ogni pezzo della Collezione è come una tessera di un grande puzzle.

La Raccolta ha avuto di fatto inizio circa a metà del 2015 e termine con la fine del 2021, quindi, in circa sei anni e mezzo, è stata costruita dal niente e dall’ignoranza totale della materia in oggetto.

La decisione di pubblicare una piccola parte della Collezione non nasce da una qualsivoglia necessità o volontà di esibire o di competere, bensì dal desiderio di fare il punto della situazione, fotografare il momento attuale della Collezione, raccogliere le idee, valutare con chiarezza quanto fatto e raccontare. Nei sei anni e mezzo di collezionismo di Toscana, si sono affollati nella mia mente molti concetti e idee che riguardano il Collezionismo di Toscana che necessitano di essere cristallizzati per poter essere visti al meglio ed esaminati. Raccontare come è nata, alcuni aspetti di come si è sviluppata e come è arrivata al suo punto finale. Raccontare i criteri che hanno fatto da bussola durante la raccolta del materiale e in parallelo anche una piccola parte di me stesso attraverso di essa. Raccontare una modalità di intendere il Collezionismo e la Collezione stessa.


Composizione del post

È stata mia precisa intenzione fin dall’inizio di caratterizzare quanto più possibile la Collezione e quindi è nata la volontà di individuare un’immagine adatta a rappresentarla (logo), un nome come per qualsiasi altra creazione originale ed individuarne gli elementi costitutivi, nonché i criteri attuativi.

In questo post ho voluto riassumere tutto ciò che di basilare riguarda la Raccolta e quelli che sono alcuni dei pezzi che la compongono, in quella che io chiamo la Collezione Base ovvero la raccolta dei ventitré valori emessi dal Granducato e dal Governo della Toscana.


Il logo della Collezione nasce nel momento in cui mi è stato proposto di inserire una pagina pubblicitaria nella pubblicazione di un lavoro di un caro amico, lavoro che ho contribuito a finanziare, cosa di cui vado molto fiero, relativo ad uno studio sui francobolli del Granducato di Toscana. Nasce dalla volontà di condensare graficamente in un unico francobollo virtuale composto di quattro francobolli reali appartenenti alla Collezione, tutte le tre monetazioni utilizzate per i francobolli granducali, crazie, soldi e quattrini, quattro dei colori utilizzati per la stampa dei francobolli, nero, verde, giallo e viola, tre modalità di annullo, a penna, a barre e PD e tre dei possibili colori per l’annullo, il nero, la sanguigna ed il rosso.


Il nome: I Cinquecento Leoni di Toscana

Via via che i pezzi si raccoglievano, si andavano elencando nella mia mente anche gli aspetti coinvolti nel collezionismo degli Oggetti Filatelici di Toscana, differenti sfaccettature dello stesso soggetto, tutte a definirne l’aspetto a 360°. Ad un certo punto mi sono chiesto quanti francobolli o quanti pezzi sarebbero stati necessari per rendere un’immagine della Filatelia di Toscana, un’immagine minima, sufficiente ad almeno toccare ogni punto di vista. La risposta che mi sono dato, da inesperto, da principiante è stata cinquecento. Ma cinquecento pezzi o cinquecento francobolli? In realtà si trattava di cinquecento francobolli in quanto il punto di osservazione era appunto il francobollo singolo, con la sua vignetta ed il suo tassello del valore. Nell'idea iniziale quindi la Collezione avrebbe dovuto contenere circa cinquecento francobolli, prevalentemente del Granducato, di Marzocchi, di conseguenza si sarebbero dovuti raccogliere cinquecento leoni, I Cinquecento Leoni di Toscana.

In realtà la Collezione di leoni è arrivata a contenerne ben più di seicento, seicento ventidue per la precisione, e centosessantasette scudi sabaudi. La domanda è, sarebbero sufficienti cinquecento leoni per caratterizzare al minimo la filatelia di Toscana? Credo che non esista una risposta assolutamente accettabile per questa domanda. Dal mio punto di vista, come dimostrato da questa serie di pubblicazioni, la riposta è affermativa.

Figura 1 − Esemplari del 1 quattrino, del 1 soldo e del 2 soldi stampati su carta filigranata con corone


Il livello qualitativo della Collezione

Nel costruire la Collezione di cui parliamo sono stati seguiti criteri qualitativi ben precisi e predeterminati. Non si è voluto insistere assolutamente sulla qualità in modo ossessivo (Estetica) quanto piuttosto nel trovare un compromesso tra informazione portata dal pezzo (Sostanza) con criteri minimi qualità, questo nell’ottica che il pezzo avrebbe dovuto portare un’informazione unica sua propria al completamento dell’immagine generale con una qualità accettabile.

La Collezione, anche guardando al numero dei pezzi previsti, cinquecento, sarebbe dovuta diventare una raccolta di molti pezzi di qualità ottima, piuttosto che di pochissimi pezzi di qualità eccelsa. Questo anche perché tanto più ci si avvicina ai livelli dei cosiddetti "migliori noti", tanto più gli sforzi per reperire i pezzi divengono grandi, con andamento esponenziale, cosa che personalmente riduce, con lo stesso andamento, il piacere del collezionare.

I criteri per entrare a far parte della Collezione possono essere riassunti nell’elenco che segue, a cui si è provato anche a dare un valore di priorità, dove minore è il numero, maggiore è il livello di priorità. Da precisare che i criteri con priorità 1, 2 e 3 sono stati considerati inderogabili, mentre il 4 ed il 5 derogabili in caso le informazioni portate del pezzo fossero tali da giustificarne la deroga:

  • Assenza di riparazioni/restaurazioni (priorità 1)

  • Assenza di difetti quali assottigliamenti o strappi (priorità 2)

  • Marginatura completa: presenza di tutta la cornice esterna del francobollo e visibilità di una porzione di carta non stampata (priorità 3)

  • Annullo possibilmente non invasivo o deturpante, con particolare cura a che non copra il volto del leone (priorità 4)

  • Freschezza: assenza di macchie, ruggine, sporco di varia natura (priorità 5)

Ovviamente si è cercato sempre di rispettare tutti e cinque i parametri qualitativi, in modo da avere in ogni caso il massimo livello di qualità.

È stato tollerato tutto ciò che è presente sul francobollo fin dal suo esordio nella vita filatelica come

  • Pieghe naturali della carta (quello che viene chiamato plì d’accordéon), che possono talvolta presentarsi ad esempio lungo le linee della filigrana, presenti fin dalla stampa del francobollo stesso, non sono considerate difetti e quindi sono accettati in Collezione

  • Pieghe dovute al piegamento della busta su cui il francobollo era apposto sono accettate sui grandi multipli, quelli formati da più di tre esemplari, ma non sugli altri. Questo perché, a causa del molto spazio richiesto per l’apposizione di una striscia di quattro o più esemplari o di una quartina su di una busta, diventa molto improbabile che il gruppo di francobolli sia rimasto completamente libero da questo tipo di segni

  • Tagli parziali di forbice tra due due esemplari nei multipli se inferiori ad un quarto dell’altezza o della larghezza del francobollo, come normalmente accade, se non intaccano in nessun modo il francobollo. Si tratta di tagli prolungati effettuati durante la rimozione di un esemplare dal blocco in dotazione all’ufficio postale e quindi presenti sui pezzi fina dall’epoca storica

Figura 3 − Esemplari del 1 crazia, del 2 crazie e del 4 crazie stampati su carta filigranata con corone


Obiettivi della Collezione

Nonostante la Collezione abbia avuto inizio per motivi essenzialmente nostalgici, durante le prime fasi del suo sviluppo si sono sempre meglio delineati gli scopi che la Collezione stessa voleva raggiungere, che possiamo riassumere nei punti che seguono.

Il primo obiettivo, banale se vogliamo ma quello più ovvio e naturale, era raccogliere almeno un esemplare per ogni valore emesso sia su carata filigranata con corone che su carata filigranata con linee ondulate, per quel che riguarda i francobolli granducali, ma anche per le emissioni del Governo della Toscana, ovvero costruire la Raccolta Base di Toscana. L’obiettivo, per quanto semplice o addirittura infantile da un punto di vista concettuale, conteneva comunque delle sfide non proprio ovvie. Mentre per molti dei pezzi la probabilità di reperire esemplari di qualità sufficientemente elevata era abbastanza alta, per altri la situazione poteva risultare un problema di non scontata soluzione.

Il secondo obiettivo si è via via definito imparando a conoscere la materia della Collezione ed è stato quello di fornire un’immagine quanto più ampia possibile, nei limiti delle risorse disponibili, del panorama filatelico del Granducato di Toscana e del relativo Governo Provvisorio. L’immagine cui mi piace riferirmi è quella di un puzzle, dove ogni pezzo, ogni francobollo, ogni multiplo, frammento, lettera, documento, stampato o giornale costituisce una tessera che va a fornire uno specifico particolare che assieme a tutti gli altri rendesse un’immagine quanto più completa della filatelia di Toscana, con la consapevolezza che il puzzle non sarebbe mai potuto essere completo, ma fornire solo particolari, indizi o esempi se vogliamo, di ognuno degli aspetti della materia stessa

Entrando sempre più all’interno della materia della filatelia di Toscana ho definito alcuni degli aspetti chiave che hanno di fatto rappresentato la guida del decidere quali pezzi raccogliere. Questi aspetti che elenco di seguito, saranno trattati in modo più approfondito con post dedicati in seguito, rappresentano a mio avviso le facce o i punti di vista della Collezione stessa:

  • Valore facciale, in pratica si tratta della Collezione Base

  • Carta e Filigrane

  • Annulli: tipo, colore, rarità

  • Molteplicità: coppie strisce e quartine

  • Macchie di colore circolari

  • Varietà di cliché

  • Elementi tipografici: linee di composizione ed interspazi di gruppo

  • Tariffe

  • Tipo di documento: lettera, sovracoperta, stampato, giornale

  • Testimonianza storica

Spesso i collezionisti si concentrano su uno degli aspetti sopra elencati, come si sente dire in linguaggio colloquiale « io faccio gli annulli » oppure « io faccio i DC » a voler dire che ci si concentra sulla raccolta di particolari tipi di annullamenti o nella Collezione di francobolli che presentano particolari varietà. Il fatto che i collezionisti tendano a concentrarsi su un particolare aspetto della filatelia è comprensibile, considerando l’enorme vastità della materia. In quest’ottica il mio intento è stato quello di dare un assaggio di ognuno degli aspetti elencati sopra, in modo tale che la Collezione fosse in grado di dare lo spunto per la comprensione di ognuna delle molteplici facce della materia, con il massimo della qualità e rarità a me accessibile, ben conscio del fatto che una trattazione esauriente di ognuno degli aspetti era per me impossibile, come forse lo è per chiunque.

Al di là degli obiettivi di numero e di sostanza appena descritti, un altro, forse in fondo il più importante, che si è posto come traguardo è quello educativo. Il costruire questa Collezione ha rappresentato un viaggio, un percorso a carattere essenzialmente educativo appunto, principalmente per me che l’ho realizzata e magari anche per altri che attraverso questi post e quindi attraverso la Collezione stessa, possono trovare una traccia che faccia loro da riferimento per questo tipo di esperienza. Ho imparato costruendo e ho imparato a costruire costruendo.

Figura 4 − Esemplari del 6 crazie, del 9 crazie e del 60 crazie stampati su carta filigranata con corone


Cosa raccogliere: criterio di scelta dei pezzi ovvero la Collezione come un puzzle

Quindi, all’atto pratico, con quale criterio ho raccolto i pezzi della mia Collezione? Devo dire che la raccolta è avvenuta prevalentemente in modo istintivo, nel senso che non mi sono seduto ad una scrivania elencando ciò che avrei voluto raccogliere, ovvero almeno nelle prime fasi della raccolta, non c’erano delle vere e proprie caselle vuote da riempire con un pezzo ben preciso. Di fatto mi sono immerso nella filatelia di Toscana, attraverso i vari canali disponibili, cataloghi cartacei, internet, conoscenti, cercando da un lato di imparare nozioni e dall’altro di osservare il materiale disponibile. Il mio interesse specifico per alcuni dettagli dei francobolli o in generale degli Oggetti Filatelici ha fatto quasi tutto il resto.

Torniamo al parallelismo con il puzzle e immaginiamo di avere a disposizione il sacchetto contenente tutti i 23742 pezzi che comporrebbero l’immagine finale. Immaginiamo di poter estrarre dieci pezzi ogni giorno e tra questi poterne scegliere uno o al massimo due, in modo che al termine di ogni settimana si siano raccolti al massimo dieci pezzi. Nulla vieta ovviamente che nelle varie settimane si scelgano meno di dieci pezzi o addirittura nessuno. Ogni volta che si saranno estratti i dieci pezzi, quelli non scelti dovranno essere gettati via nei rifiuti, quelli non esisteranno più, li avremo potuti vedere, magari gli avremmo potuto anche fare una foto, ma non saranno più disponibili, non potranno mai più essere scelti per comporre il nostro puzzle. Via via che passeranno le settimane si saranno visti sempre più pezzi, ci saremo fatti un’idea della tipologia delle tessere che esistono e quindi avremo anche un’immagine sempre più approssimata della scena che tutti i pezzi assieme dovrebbero comporre. Ovviamente alcuni pezzi attireranno la nostra attenzione più di altri che invece risulteranno più anonimi, che non potrebbero portare granché alla comprensione dell’immagine globale. Vedremo pezzi contenenti frammenti di prato, pezzi con frammenti di cielo, altri con dettagli di un tronco d’albero o di rami misti a foglie, altri ancora con frammenti del metallo rosso di una panchina e altri con dettagli di vari altri oggetti. Probabilmente i pezzi più interessanti saranno quelli dove sono presenti frammenti di oggetti diversi, sia del tronco che del cielo o sia del prato che del metallo della panchina o addirittura pezzi molto interessanti dove sono presenti dettagli di tre o addirittura di più oggetti contemporaneamente. Quelli saranno i pezzi da raccogliere senza esitazione perché sono quelli che forniscono più informazioni, che sono i più densi di sostanza anche perché ci dicono come si trovano in relazione tra loro i vari oggetti della scena. Ovviamente quei pezzi dove si vede solo cielo o dove si vede solo il tronco o solo il prato saranno tra quelli meno carichi di informazioni, meno interessanti e saremo meno propensi a sceglierli. Via via che vengono raccolti, i pezzi verranno posizionati su di un tavolo e in base alle informazioni visive che portano, si deciderà se metterli in alto, in basso, a destra o a sinistra e in una certa posizione relativa rispetto ad altre tessere già posizionate.

Come tutti sappiamo, in un puzzle i pezzi in assoluto più rari sono quelli di angolo, ce ne sono solo quattro e successivamente quelli di bordo di rarità inferiore ai primi ma superiore a tutti gli altri rimanenti. Scegliere qualche pezzo di bordo o addirittura uno di angolo ci può servire che capire come è tagliata la scena finale. Ad un certo punto, quando i pezzi saranno finiti o quando si deciderà che il gioco deve terminare per ragioni varie o quando riterremo che i pezzi che abbiamo disposto già forniscono un’idea soddisfacente dell’immagine totale, allora ci fermeremo a guardare quello che abbiamo messo assieme. Se abbiamo fatto un buon lavoro, saremo in grado di intravedere la scena completa. Mancheranno moltissimi dettagli, ma sapremo se il cielo è nuvoloso o sereno, se piove, nevica o grandina; sapremo se il prato è stato tagliano di recente o è incolto, se ci sono dei fiori o meno; sapremo che sulla sinistra c’è un albero, che ha ancora le foglie ma si stanno ingiallendo e magari sapremo anche dire di quale specie di pianta si tratta e che ci troviamo all’inizio dell’autunno; sapremo che in primo piano c’è una panchina in metallo verniciato di rosso. Insomma, nei 2374 giorni, ovvero circa 6,5 anni, avremo raccolto solo 540 tessere del puzzle, appena l’1,6% ma quelle ci avranno dato un’idea incredibilmente buona di quello di cui ci stiamo occupando.

Il parallelo con il puzzle ci porta direttamente al primo e più importante dei criteri utilizzati nella scelta dei pezzi della Collezione.

  • Densità di informazioni. Potremmo quindi definire il più importante dei criteri di scelta dei pezzi della Collezione come la scelta di quelli che più parlano ovvero quelli che sono più densi di informazioni, dove le informazioni nel caso della Collezione filatelica, sono elementi interessanti dal punto di vista di quanto detto precedentemente.

  • Rarità. La rarità ha un fascino decisamente potente sull’anima di un collezionista. Quanto più un oggetto è raro tanto più è ricercato e tanto più è carico di significato. Inutile dire che se un dato oggetto è UNICO (che si conosca), ovvero della rarità massima possibile, allora questo divene, per un cultore di quel tipo particolare di oggetto un vero e proprio MITO.

  • Il Pedigree. Per un collezionista di Oggetti Filatelici, possedere un oggetto che ha fatto parte di una precedente Collezione famosa o addirittura mitica come sono state quelle di A. Caspary, Ferrary, o Burrus è ovviamente piacevole. Pensare che quello stesso oggetto che si tiene in mano è stato nelle mani di personaggi che hanno fatto la storia della materia in cui ci stiamo cimentando, che lo hanno guardato e riguardato, studiato, esamina e poi pagato ed inserito in Collezione, ci fa letteralmente sognare.

  • La Bellezza. Questa caratteristica gioca ovviamente un ruolo decisamente non secondario nella scelta dei pezzi da inserire nella propria Collezione. L’aspetto estetico è ciò ci fa amare un oggetto a prima vista e ciò che corrisponde ai nostri canoni estetici, ciò che incontra il nostro gusto, fa scattare il desiderio di possesso. Un oggetto bello è tale che ci dà piacere il solo guardarlo e vorremmo che fosse di nostra proprietà per poterlo ammirare in ogni momento.

  • La Giusta Misura. Il pensiero è ciò che contraddistingue l'Uomo dalla bestia e nella Filosofia, in particolar modo nelle vette raggiunte da quella semplice ed essenziale degli antichi Filosofi greci, si racchiudono molti dei distillati di saggezza cui mi ispiro. Il criterio della Giusta Misura non si addice affatto alla cultura occidentale odierna, capitalista, consumistica, anzi ne è in forte contrasto. La società in cui siamo immersi non accetta che ci si accontenti, nel significato letterale del termine stesso, ovvero fermarsi nel momento in cui si è contenti, tanto che al termine "accontentarsi" è data un'accezione negativa: si accontenta chi non può avere di più, quindi chi si accontenta è un individuo limitato e ci si guarda bene dal far notare che chi si accontenta è CONTENTO ovvero appagato. Nel realizzare questa Collezione quindi mi sono accontentato? Esattamente, nel mettere assieme questa raccolta ho scelto i pezzi che mi rendevano contento, quelli che rappresentavano la Mia Giusta Misura.

Figura 8 − Esemplari del 1 quattrino, del 1 soldo e del 1 crazia stampati su carta filigranata con linee ondulate verticali


La codifica dei pezzi

Allo scopo di catalogare, identificare e ricercare i vari pezzi della Collezione, nel momento in cui stava iniziando ad avere una dimensione non più da singola pagina di album, ho sentito la necessità di elaborare una codifica adatta al tipo di materiale che stavo raccogliendo.

La codifica è codice alfanumerico costituito da una stringa di caratteri e prende in considerazione tutte la variegata tipologia di materiale raccolto. Di seguito in ordire di compilazione da sinistra a destra del codice. La codifica ha come elemento di riferimento il francobollo o i francobolli in caso di multipli.

  • Il primo è un numero che sta ad indicare il valore facciale del francobollo, che potrà essere quindi 1, 2, 4, 6, 9, 60 per i valori in crazie, soldi e quattrini e 1, 5, 10, 20, 40, 80 e 3 per i valori in centesimi e in lire italiane. Stile carattere, grassetto

  • Il secondo consiste in uno o due caratteri alfanumerici e sta ad indicare la moneta in cui è espresso il valore facciale del francobollo e potrà essere, "Cr" per crazie "Q" per quattrini, "S" per soldi "C" per centesimi e "L" per lire. Stile carattere, grassetto

  • Il terzo carattere, presente solo per le emissioni Granducali, indica la filigrana della carta su cui è stampato il francobollo e può essere "I" per l’emissione su filigrana a corone comunemente detta prima emissione, oppure "II" per l’emissione su filigrana a linee ondulate, conosciuta come seconda emissione.

  • In caso di multipli a questo punto sarà presente una stringa di caratteri formato da una cifra che indicherà il numero di esemplari facenti parte del multiplo e una "x" che sta per l’operazione matematica "moltiplicazione". Successivamente sarà presente una ulteriore sigla che indicherà come sono disposti i francobolli nel multiplo e potrà essere "Or" per orizzontale, "Ver" per verticale o "Q" per quartina.

  • I caratteri successivi fanno riferimento alla posizione del francobollo o dei francobolli nella tavola di stampa e all’eventuale presenza di interspazio di gruppo. I caratteri possono essere "ADF" che stanno per “Angolo Di Foglio”, “BDF” per “Bordo Di Foglio” e/o IDG per “Interspazio Di Gruppo”. Nel caso in cui il pezzo sia allo stesso tempo bordo di foglio e presenti l’interspazio di gruppo, allora i caratteri indicanti il primo precederanno quelli che indicano il secondo.

  • A questo punto, nel caso in cui siano presenti angoli di foglio, bordi di foglio o interspazio di gruppo, saranno inseriti i caratteri indicanti la posizione degli stessi e verranno subito dopo i caratteri principali.

  • In caso di “ADF” avremo “AS”, “AD”, “BS” e “BD” ad indicare rispettivamente se si tratta di un angolo di foglio Alto Sinistro, Alto Destro, Basso Sinistro o Basso Destro.

  • In caso di “BDF” potremmo avere “A”, “B”, “S” o “D” a seconda se il bordo del foglio sia quello in Alto, quello in Basso, quello a Sinistra o quello a Destra.

  • Infine, in caso di “IDG” le tre lettere saranno seguite da “A” o “B” in caso l’interspazio si trovi in Alto o in Basso.

  • A questo punto, in caso il francobollo presenti varietà già codificate e riconosciute, saranno inseriti i codici relativi, elaborati nei tre lavori attualmente esistenti, in ordire tale da rispettare la cronologia di pubblicazione degli stessi, quindi Giannetto, Calcagno-Morani e Luigi Guido.

  • Il Giannetto sarà indicato con le lettere "Dft" seguite da una delle prime quindici lettere dell’alfabeto, quindi dalla "A" alla "Q". Il Calcagno-Morani sarà indicato con il codice attribuito dagli stessi autori in caratteri in corsivo

  • In caso di multipli, di codici corrispondenti alla varietà, saranno preceduti da un numero seguito da un trattino orizzontale “-“. Il numero indicherà la posizione del francobollo cui ci si riferisce, numerata a partire da sinistra andando verso destra in caso di strisce orizzontali, dall’alto verso il baso in caso di strisce verticali e nel senso di scrittura per le quartine.

  • Il codice attribuito da Luigi Guido sarà riportato in caratteri sottolineati: sarà indicato il codice originale attribuito dall’autore seguito dal carattere "S" e una cifra, ad indicare lo ‘Stadio’ in cui si trovava il cliché al momento della stampa del francobollo

  • Un ulteriore carattere, utilizzato solo in particolari circostanze, è riservato all’indicazione del tipo di Oggetto Filatelico in relazione all’eventuale supporto e potremmo avere “S” per i francobolli Sciolti, quindi distaccati dal supporto, “F” se si tratta di un francobollo su Frammento o “D” se si tratta di francobollo su Documento

  • Successivamente è presente un carattere cancelletto “#” seguito da tre cifre indicante il numero di archiviazione del pezzo.

  • Al numero di tre cifre sopra descritto potrebbe seguire un carattere o più caratteri ad indicare la posizione del francobollo in esame all’interno di un multiplo. Questo stratagemma si renderà necessario quando in una immagine verrà riportato un singolo francobollo che fa parte di un multiplo, ma per ragioni di spazio o di chiarezza non è riportato il pezzo nella sua interezza. In quel caso sarà quindi specificato il numero del pezzo e la posizione del francobollo al suo interno.

  • Se riporteremo il pezzo a sinistra di una striscia orizzontale di cinque esemplari, scriveremo #000s, se si tratta del pezzo a destra scriveremo #000d, se di quello centrale #000c. Se sempre della stessa striscia riporteremo il secondo francobollo da sinistra scriveremo #000s2 che equivale a #000d4 a seconda che il conteggio inizi da sinistra “s” o da destra “d

Nel caso di quartine scriveremo #000as se riportiamo l’esemplare in alto a sinistra oppure #000bd se riportiamo l’esemplare in basso a destra. Nel caso di multipli verticali i caratteri “s” e “d” che stanno per “sinistra” e “destra” saranno sostituiti da “a” e “b” ad indicare “alto” e “basso”.

Figura 9 − Esemplari del 2 crazie, del 4 crazie e del 6 crazie stampati su carta filigranata con linee ondulate verticali


Le tinte

L’aspetto a cui è stata data importanza minore nella costruzione della raccolta, è quello delle cosiddette "tinte" ovvero i differenti tipi di sfumatura di colore degli inchiostri utilizzati per la stampa dei francobolli ed il colore del supporto, ovvero della carta. Il motivo risiede fondamentalmente nello scarso interesse che l’autore ha nella questione stessa. La "questione colore" esiste, è ovvio, ma tra tutti gli aspetti che caratterizzano i francobolli di Toscana, Granducato e Governo Provvisorio, è quella che oggettivamente, a parte alcuni casi, risulta più nebulosa e che meno si presta ad una classificazione oggettiva ed assoluta.

Nella trattazione dei pezzi quindi raramente si definirà nel dettaglio il colore di un francobollo e in particolare mai si parlerà di sigle o numerazioni di cataloghi di alcun tipo. Da questo punto di vista la trattazione è del tipo "ab initio" ovvero prescinde da ciò che è stato fatto fino ad oggi e che è quindi presente in letteratura. I puristi rimarranno probabilmente scandalizzati da questo approccio alla materia, ma anche questo aspetto fa parte del punto di vista originale dell’autore della Collezione.

Figura 10 − Esemplare del 9 crazie stampato su carta filigranata con linee ondulate verticali


Le immagini dei francobolli

Per ogni francobollo è stata creata un’immagine digitale tramite scansione a 2400 dpi e calibrazione con riferimento interno dei valori RGB tramite campioni di colore standardizzati. L’alta risoluzione a cui sono stati digitalizzati i francobolli si è resa necessaria per l’osservazione ottimale dei dettagli più minimi e la possibilità di realizzare stampe ad alti livelli di ingrandimento. La calibrazione dei colori ha fornito la base per poter realizzare copie fisiche che riproducano i colori dei pezzi nel modo più fedele possibile.

Altro motivo, per la verità il più importante di tutti, per cui sono state realizzate immagini così dettagliate dei pezzi della Collezione, risiede semplicemente nella possibilità di poterle ammirare, o meglio per poter ammirare i francobolli attraverso le immagini. Questo perché grazie alle tecnologie odierne come tablet e smartphone, oltre che computer, i francobolli possono essere ammirati praticamente in ogni momento e in modo molto migliore che non dovendoli tirar fuori dall’album, scrutandoli attraverso una lente d’ingrandimento.

Alla fine di tutto una delle leve più forti per cui la Collezione ha raggiunto il livello attuale, è che io amo i francobolli e amo guardarli, guardarli bene, a fondo, senza limitazioni e in qualunque momento ne abbia la possibilità. Per far questo occorre avere un’immagine quanto più possibile fedele, chiara e definita. Per questo motivo, nelle prime fasi della raccolta ho dedicato molto tempo alla ricerca del metodo più idoneo, in termini di apparecchiature per la cattura delle immagini, del software e delle metodologie di elaborazione, per ottenere risultati tali da soddisfare le mie esigenze.

Figura 11 − Esemplari del 1 centesimo, del 5 centesimi e del 10 centesimi del Governo Provvisorio di Toscana


Statistiche

Alcuni numeri nudi e crudi riguardo la Collezione. La raccolta consiste di 546 pezzi tra francobolli sciolti, frammenti e documenti, dei quali 410, il 75%, riguardano emissioni granducali e 136, il 25%, emissioni del Governo Provvisorio. Tra i pezzi dell’emissioni granducali 307, il 75%, sono pezzi stampati su carta filigranata a corone, chiamata comunemente prima emissione, mentre 103, il 25% sono pezzi emessi su carta filigranata a linee ondulate, della cosiddetta seconda emissione. Curiosamente e in modo del tutto casuale da un punto di vista collezionistico, la proporzione tra pezzi granducali e pezzi del Governo Provvisorio è la stessa all’interno dei due tipi di emissioni granducali.

Molti pezzi della Collezione sono multipli, ne deriva quindi che il numero di francobolli, intesi come vignette singole, sia in realtà molto maggiore dei pezzi totali. In particolare, i francobolli totali sono 789 suddivisi in 622 Marzocchi, emissione granducale, per il 79% e 167, il 21%, scudi sabaudi. Tra i pezzi dell’emissione granducale 492, il 79%, sono su carta filigranata a corone e 130, il 21%, è su carta filigranata ad onde verticali. Curiosamente anche nel caso delle vignette totali, il rapporto tra emissioni granducali e del Governo Provvisorio si riproduce all’interno dei pezzi granducali, tra pezzi della prima e della seconda emissione.

Dei 546 pezzi totali della Collezione 386, il 71%, sono francobolli sciolti ovvero distaccati dall’originale supporto cartaceo, 74, il 14%, è su frammento e 81, il 15%, è su documento completo.

La molteplicità media dei pezzi granducali, intesa come numero di vignette diviso per il numero dei pezzi è 1,52, quella dell’emissione del Governo Provvisorio è 1,23, mentre la molteplicità totale di tutta la Collezione è 1,46.

Riguardo le fonti da cui sono stati ottenuti i francobolli si tratta in totale di 87 soggetti tra commercianti e privati.

Figura 12 − Esemplari del 20 centesimi, del 40 centesimi e dell’80 centesimi del Governo Provvisorio di Toscana


Considerazioni di fine post

Costruire una Collezione è un viaggio, all’interno della materia di cui fanno parte gli oggetti collezionati e in parte anche all’interno di noi stessi. Collezionare permettere di approfondire la conoscenza degli oggetti raccolti, in quanto li si può vedere, toccare, scrutare e capire a fondo. L’osservazione degli oggetti stimola la ricerca di informazioni relative agli oggetti stessi, portando ad un livello di conoscenza sempre maggiore. Collezionare è anche un modo per conoscersi più a fondo, capire i propri gusti, il proprio modo di vedere quella piccola fetta di realtà che è la materia oggetto della Collezione. In fondo la Raccolta riflette noi stessi ed il nostro processo mentale che ci ha portati a realizzarla.

Figura 13 − Esemplare del 3 Lire emesso dal Governo Provvisorio di Toscana

L’osservazione e lo studio portano ad affinare le proprie doti di valutazione degli oggetti raccolti. Con il passare del tempo, con lo scambio di opinioni e idee con altri collezionisti, si acquista sempre più indipendenza nel capire e valutare i pezzi da collezionare. Questo è un passaggio essenziale per destreggiarsi in un modo selvaggio come quello del collezionismo filatelico. Difficilmente si incontrano persone degne, cui affidarsi anima e corpo, tanto da prendere le loro parole come oro colato. Riguardo la mia esperienza 'difficilmente' ha significato 'mai', perché in fondo in un mondo come quello del collezionismo filatelico in cui l'individualismo, l'egoismo, l'egocentrismo, l'invidia, la competizione, l'esaltazione per aver conquistato un pezzo o la frustrazione per averlo perduto oppure l'interesse economico per quanto riguarda il lato commerciale, di fatto non c'è alcuno spazio per la lealtà e la trasparenza. Molto spesso, troppo spesso, la falsità è la faccia che realmente vediamo.


Obiettivi del blog

Il blog ha come scopo principale quello di creare una descrizione quanto più dettagliata possibile della Collezione in ogni suo singolo pezzo e attraverso di essa prendere spunto per descrivere i vari aspetti coinvolti nel collezionismo di Toscana. Il blog fornirà in definitiva una panoramica su tutta la filatelia di Toscana, riflessa attraverso la Collezione e terminerà con la pubblicazione di un volume in copia unica che sarà allegato alla Collezione stessa, quale sua parte integrante. Il volume, che molto probabilmente sarà suddiviso in vari tomi considerando la vastità dell’argomento, vuole essere anche un racconto di un modo originale ed unico di collezionare Toscana. Un esempio di questo è la metodologia utilizzata per la codifica dei pezzi, completamente originale e sviluppata ad hoc per questo scopo dall’autore del blog.


Cosa seguirà …

Nei post che seguiranno saranno trattati i molteplici aspetti coinvolti nel collezionismo di oggetti filatelici di Toscana, ponendo sempre al centro della discussione il francobollo.

Si inizierà con il tema che mi sta più a cuore, quello di cui ho più urgenza di parlare, quello che ha rappresentato la vera scintilla che ha fatto scoccare il colpo di fulmine nei confronti dei francobolli di Toscana, ovvero le varietà. Si introdurrà il fenomeno delle varietà quindi, passando poi alla discussione di alcune di esse presenti sui francobolli della Collezione.



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