I Cinquecento Leoni di Toscana


Post#04
Varietà H1 e C3 e tariffe dalla Toscana per la Svizzera




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Varietà H1 (A9)
Tariffe dalla Toscana per la Svizzera in periodo Granducale
Varietà C3 (F37)

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Varietà H1 (A9)

Il 2 crazie #028 che forma la Composizione 1 di Figura 19 del post precedente, è stato estrapolato da un multiplo, in particolare una coppia, rappresentata in Figura 33. Assieme alla varietà C9 presente sul francobollo di destra, la coppia presenta una varietà anche sul francobollo di sinistra, la H1 (A9 per CM).

Figura 33 − La coppia da cui è stato estrapolato graficamente il pezzo #028, che oltre alla varietà C9 presenta anche l’interessante varietà H1

Questa varietà è facilmente riconoscibile dalla falla orizzontale a forma di ‘taglio’ o ‘crepa’ che interessa la metà sinistra dell’intero francobollo, posizionata a circa metà altezza, che va assottigliandosi da sinistra verso destra, fino a dissolversi in prossimità della criniera del leone.

Si possono individuare almeno tre dettagli cui la falla dà origine, ovvero il 17 sul Segmento 2 della cornice esterna, il 18 che interessa la Dicitura 1 in corrispondenza della parte superiore del sesto carattere, la prima ‘O’ e il 19, una linea di assenza di stampa che interessa l’Elemento 8 del francobollo (Figura 34).

CM riportano anche una linea sottile che attraverserebbe orizzontalmente la seconda lettera della Dicitura 2, la ‘O’, presente evidentemente nella prova di stampa del 2 crazie in possesso degli autori, ma non riscontrabile né negli esempi riportati da LG, né nell’esempio riportato in questo post. Tenderei quindi a non considerare tale caratteristica della Dicitura 2 come parte della varietà H1.

Figura 34 − I Dettagli 17, 18 e 19 caratteristici della varietà H1

Tariffe dalla Toscana per la Svizzera in periodo Granducale

La coppia rappresentata in Figura 33 è stata estratta graficamente da una sovracoperta di lettera in partenza da Seravezza per la Svizzera, destinazione Verscio, del 12 agosto 1853. Assieme ad una seconda coppia orizzontale dell’esemplare da due crazie, formava un’affrancatura da otto crazie come richiesto dopo il 1° Ottobre 1852 per lettere franche fino a destino dirette verso località distanti meno di 75 km dal confine con la Lombardia (mediazione austro-italiana). La lettera presenta, infatti, il bollo in rosso lineare a caratteri maiuscoli ‘FRANCA’.

Questo pezzo sarà ripreso in un post futuro trattando della rarità degli annulli di Toscana, in quanto presenta sei impronte del muto a sigillo rappresentante la stilizzazione delle lettere “I.L.”

Figura 35 − Sovracoperta di lettera affrancata per otto crazie da Seravezza per località Svizzere entro i 75 km dal confine con la Lombardia, da cui è stata presa la coppia di Figura 33

In Figura 36 è riportato un secondo esempio di missiva dalla Toscana per la Svizzera con affrancatura sempre per otto crazie, realizzata in questo caso con una coppia orizzontale del quattro crazie, annullate in rosso con il datario a banderuola di Livorno. Presente sul verso il bollo FRANCA come nell’esempio di Figura 35 assieme al bollo PD, ad attestare l’assolvimento del dovuto fino a destino.

Figura 36 − Lettera completa di testo da Livorno per Mogadino (località Svizzere entro i 75 km dal confine con la Lombardia), del 12 Aprile del 1857, affrancatura per otto crazie realizzata con una coppia orizzontale del quattro crazie, annullata con datario circolare a banderuola di Livorno in rosso, ripetuto sul fronte assieme ai bolli FRANCA e PD sempre in rosso. Giunta a destino il 14 dello stesso mese, come attestato dal bollo al verso di Mogadino

Figura 37 − Iscrizione del mittente della missiva riportata in Figura 36

Figura 38 − Testo della lettera spedita da Livorno per Mogadino di Figura 35

In Figura 39 è riportato un ulteriore esempio della tariffa per necessaria per il porto minimo dalla Toscana per la Svizzera da otto crazie per località a distanza inferiore ai 75 km dal confine lombardo. Si tratta di un frammento di frontespizio di lettera partita dall’ufficio postale di Seravezza recante una coppia verticale del 2 crazie e una quartina del 1 crazia. Sono presenti sei impronte del muto a sigillo di Seravezza. Uno dei francobolli della quartina, il n. 2 presenta la varietà C3 che verrà discussa in dettaglio in seguito in questo blog.

Figura 39 − Frammento di frontespizio di lettera da Seravezza per la Svizzera, recante affrancatura per otto crazie formata da una coppia verticale del 2 crazie ed una quartina del 1 crazia annullate con sei impronte del muto a sigillo

Il grande frammento #407 è corredato da due certificati di attestazione di autenticità redatti dai periti Alberto Diena ed Enzo Diena. La particolarità di detti certificati è di essere redatti in lingua straniera, in particolare quello ad opera di Alberto Diena è in lingua francese (Figura 40), mentre quello compilato da Enzo Diena è in lingua inglese (Figura 41).

Figura 40 − Certificato dell’Ing. Alberto Diena del 26 Giugno del 1968 del frammento #407 redatto in lingua francese

Figura 41 − Certificato di Enzo Diena del 14 Marzo del 1994 del frammento #407 redatto in lingua inglese

Abbiamo deciso di riportare un ulteriore pezzo, il #507 mostrato in Figura 42, una striscia orizzontale di quattro esemplari del due crazie della prima emissione su piccolo frammento, annullato con quattro impronte del muto a sigillo di Seravezza e parte di un datario circolare.

Figura 42 − Striscia orizzontale di quattro esemplari del 2 crazie prima emissione su piccolo frammento, annullata con quattro impronte del muto a sigillo di Seravezza e parte di datario circolare

Sebbene il pezzo presenti una varietà sull’esemplare a destra, la A2 (LG) al secondo stadio, varietà che non verrà discussa in questo punto del blog, il motivo per cui si è deciso di mostrare il frammento è l’analogia con i pezzi #407, #431 e possibilmente con il #516. Con i primi due pezzi la similitudine sta nel valore dell’affrancatura, otto crazie, l’ufficio postale di partenza, quello di Seravezza e l’annullamento, ovvero il muto a sigillo, con il terzo solo il valore dell’affrancatura. Chiaramente l’ammiccamento che si vuol fare è che si tratti di un frammento tratto da una missiva da Seravezza verso la Svizzera, il che rientrerebbe nella tariffa dalla Toscana per il paese elvetico, anche se ovviamente non possiamo avere la certezza che questo sia realmente il caso.


Varietà C3 (F37)

Questa varietà è una tra le più riconoscibili ad un occhio minimamente attento e allenato a scrutare i francobolli emessi dal Granducato di Toscana. A prescindere dal set di particolari che caratterizzano questa varietà, ciò che colpisce al primo colpo d’occhio è l’interruzione in alto del Segmento 2 della cornice esterna a circa metà altezza dell’Ornato 2 (dettaglio 20 in Figura 41) e la falla in alto a sinistra del secondo carattere della Dicitura 2, la “O” (dettaglio 23 in Figura 41), elementi normalmente sempre presenti nelle impronte del cliché C3.

Figura 43 − Esemplari di francobolli granducali nella varietà C3

In Figura 43 sono riportati cinque esempi di francobolli granducali nella varietà C3, l’esemplare 2 da una crazia della quartina su frammento di Figura 39, un quattro crazie della seconda emissione, un sei crazie sempre della seconda emissione annullato leggermente con datario circolare a banderuola in nero di Firenze, un esemplare da un soldo giallo limone annullato con parte di tre tratti a penna e un quattrino della seconda emissione.

Figura 44 − I sei dettagli caratteristici della varietà C3 nella zona alta sinistra

La Figura 44 riporta i sei dettagli caratteristici della varietà in esame presenti nella zona in alto a sinistra del francobollo. Oltre ai dettagli 20 e 23 già menzionati sopra sono da notare l’intaccatura nella parte superiore del Segmento 3 della cornice esterna in corrispondenza dell’Ornato 2 (dettaglio 21), la forma caratteristica del primo carattere della Dicitura 2, la “P”, leggermente deformata rispetto a come normalmente appare (dettaglio 22), la piccola falla all’interno del secondo carattere della Dicitura 2 in basso (dettaglio 24) ed il leggero avvallamento (falla smussata) nella parte bassa del tassello della Dicitura 2 tra il secondo e terzo carattere della Dicitura 2 (dettaglio 25).

Figura 45 − Il dettaglio tipico della varietà C3 presente sullo scudo

In Figura 45 è riportato l’ingrandimento della sezione superiore sinistra dello scudo a mostrare il dettaglio tipico della varietà C3 presente in questa zona (dettaglio 26). Si tratta di una falla all’esterno della linea interna della cornice esterna dello scudo, in zona alta a sinistra. Questo dettaglio viene menzionato dal CM ma non da LG.

Figura 46 − Dettagli tipici della varietà C3 che possono essere presenti sull’Ornato 4 e sul Segmento 5 della cornice esterna

In Figura 46 sono riportati gli ingrandimenti della zona dell’Ornato 4 dei cinque francobolli oggetto della discussione sulla varietà C3. Le immagini permettono di mettere in luce i dettagli dei due diversi stadi di questa varietà, come riportato da LG nel suo lavoro. In particolare, riporta LG che l’incavo sul lato sinistro dell’Ornato 4 (dettaglio 27) e l’assottigliamento dell’estremità sinistra del Segmento 5 della cornice esterna (dettaglio 28), siano presenti solo sul secondo stadio della varietà C3. Ne deriva, come è possibile verificare dalle immagini riportate in Figura 46 i francobolli della seconda emissione da 6 crazie, da 4 crazie e da 1 quattrino presentano lo Stadio 2 della varietà C3, mentre l’1 soldo e l’1 crazia (in questo caso risulta particolarmente difficile riuscire a distinguere la presenza o meno dei dettagli di stadio), presentano lo Stadio 1 in quanto, in questi due ultimi, il dettaglio 27 e 28 non sono presenti.

Figura 47 − Recto-verso del francobollo da un soldo giallo limone nella varietà C3

Il francobollo da un soldo discusso in questo post rappresenta un esempio di ciò che definisco “pezzo carico di informazioni”. Si tratta di un francobollo da un soldo nella tinta giallo limone, il giallo tipico su carta azzurrata, che presenta margini regolari su tutti i lati, dove è ben visibile una porzione di carta non stampata oltre la cornice esterna, cosa non ovvia per francobolli di questo tipo, che, vista la difficoltà dell’occhio umano di distinguere la zona stampata da quella in assenza di inchiostro, a causa del bassissimo contrasto di colore tra la zona stampata e la carta e la distanza minima intercorrente tra i francobolli granducali, raramente venivano ritagliati in modo corretto (caratteristica 1). Inoltre, come già spiegato, il francobollo è impronta di un cliché ben determinato e ampiamente codificato, il C3 S1 (caratteristica 2); presenta annullo a penna con tre tratti che, per quanto possano risultare gradevoli o meno non sembrano essere deturpanti in quanto non coprono nessuna parte essenziale dell’immagine o dei dettagli della varietà in esame, ed anzi creano un effetto coreografico di “leone nel recinto” (caratteristica 3); presenta una piccola macchia di colore azzurro molto intensa in alto a sinistra esattamente sul Segmento 3 della cornice esterna, tipica della carta azzurrata su cui è stampato il francobollo (caratteristica 4); mostra una particolare zona della filigrana impressa al verso e dritta, la parte centrale della Corona 1, che permette di stabilire in quale posizione molto probabilmente si trovava il cliché che ha dato origine al francobollo nella tavola di stampa da 240 esemplari, ovvero la 46 (caratteristica 5).

Il francobollo risulta quindi molto versatile dal punto di vista didattico, in quanto permette di parlare di “tinte”, di “macchie di colore”, di “filigrane”, di “annulli” di “varietà” e del cosiddetto “plattaggio”. Questo esemplare ritornerà quindi in gioco al momento in cui verranno discussi altri aspetti dei francobolli granducali.

Figura 48 − Il quattrino della seconda emissione C3 S2 con interspazio di gruppo in basso

Tra gli esemplari utilizzati per descrivere la varietà C3, il quattrino di Figura 48 risulta particolarmente interessante in quanto, oltre a mostrarsi nella varietà C3 S2, presenta margini molto ampi sia sul lato destro che in basso tanto da mostrare abbondante porzione dei tre francobolli adiacenti. In particolare, il francobollo è stato tagliato in basso in modo tale da lasciar vedere per l’intera larghezza l’interspazio di gruppo. In questo caso la frazione di francobollo visibile oltre detto interspazio è molto più abbondante di quanto non si veda comunemente negli esemplari che riportano questo interessante dettaglio tipografico. Ritorneremo sicuramente a parlare di questo esemplare nel post dedicato agli elementi tipografici dei francobolli di Toscana.

Figura 49 − Stampato spedito da Prato a Modena da cui è stato preso il francobollo da 4 crazie seconda emissione di Figura 40

In Figura 49 è riportato il frontespizio dello stampato spedito da Prato il 2 di Ottobre del 1858 e diretto a Modena, da cui è stata presa l’immagine del 4 crazie mostrato in Figura 40. Lo stampato arrivò a destino il giorno successivo, come testimoniato dal bollo di arrivo di Modena posto al verso. Il francobollo fu annullato all’ufficio postale di Prato con il datario circolare in nero e sul documento fu impresso sempre in nero anche il bollo PD puntato in cartella ad attestare l’assolvimento della tariffa per la spedizione.



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