I Cinquecento Leoni di Toscana Post#03
~ ~ ~ ~ ~ ~ Le varietà dei francobolli granducali: alcuni esempi reali Come esempio concreto del modo seguito nella per studiare, denominare, classificare e presentare le varietà nei francobolli granducali, utilizzerò alcuni pezzi della Collezione stessa. La composizione grafica che segue è stata montata per mostrare tre varietà dei francobolli granducali di Toscana, la B8, la C9 e la E13. L’immagine è costruita attorno ad un esempio molto interessante, costituito dalle due coppie orizzontali di Marzocchi posti al centro, una del quattrino emissione su carta filigranata con linee ondulate verticali (1QII 2x Or) ed una del nove crazie emissione su carta filigranata con corone granducali (9CrI 2x Or) (per le regole di nomenclatura dei pezzi adottata in questo blog si veda il primo post del blog). Come già spiegato precedentemente, i pezzi della Collezione sono denominati utilizzando sia la codifica del manuale Calcagno-Morani (in italic), sia quella del manuale di Luigi Guido (in caratteri sottolineati). Per riferirsi alle varietà in modo generico però, così come nel titolo del post, sarà utilizzata solo la codifica adottata da Luigi Guido. Mi preme a questo punto precisare il mio punto di vista sul fenomeno delle varietà e di quanto queste influiscano sulla concezione che ho dei francobolli granducali di Toscana. La presenza di una determinata varietà rende per me un francobollo granducale completamente diverso da un altro dello stesso valore facciale, stampato sullo stesso tipo di carta, con la stessa tinta, ma che presenta una varietà diversa. Si tratta in effetti per me di due francobolli diversi, così come lo sono due con valore facciale diverso o due con lo stesso valore facciale ma stampati su carte filigranate in modo diverso.
Descrizione delle varietà B8, C9 ed E13 La costruzione grafica dei francobolli della Collezione è parte integrante del processo stesso del collezionare, secondo la mia concezione e del godere della collezione stessa. Montare graficamente i francobolli, francobolli che fisicamente sono installati su cartoncini singoli, è un modo per studiare i pezzi, dal punto di vista delle varietà come in questo caso, o in altri casi per mostrare le sfumature delle tinte ad esempio, o i colori degli annulli, ma anche per sfruttarli come tasselli per piccole opere visive che ne esaltino la bellezza, con la volontà di ottenere immagini belle a partire da oggetti belli, come a voler spingere la bellezza di questi francobolli moltiplicandola in modo esponenziale. I francobolli che compongono le due coppie presentano ognuno una varietà ben conosciuta a codificata sia da CM che da LG. In particolare, queste varietà si ritrovano nelle due coppie nello stesso ordine, ovvero quella che si trova a sinistra in una coppia, occupa la posizione di sinistra anche nell’altra coppia. Questo rappresenta un fatto molto curioso in quanto, per la modalità con cui venivano stampati i francobolli granducali, recuperare due coppie di valori diversi, oltretutto stampate su carte con filigrane diverse, che portano le stesse varietà nelle stesse posizioni, rappresenta un evento la cui probabilità è davvero bassa, ovvero, in altre parole, si tratta di un fatto decisamente raro.
Tra una tiratura e l’altra, infatti, gli stereotipi venivano smontati dal supporto cui erano imbrigliati, lavati, ripuliti e rimontati. In questo processo si perdeva definitivamente la memoria della posizione, ovvero un determinato stereotipo andava ad occupare una posizione casuale delle 240 possibili, ogni volta che una nuova lastra di stampa veniva montata. Si comprende quindi come, la probabilità che due determinati stereotipi in due diverse tavole di stampa si fossero andati a trovare casualmente vicini l’uno all’altro e nello stesso ordine fosse veramente bassa. Il fatto poi che oltre a trovarsi vicini l’uno all’altro e nello stesso ordine, i due francobolli che ne sono derivati siano stati tagliati assieme come coppia in entrambi i casi e verosimilmente in uffici postali diversi e quindi da persone diverse, e che queste siano poi arrivate sino ai giorni nostri, rappresenta un fatto dalla rarità davvero impressionante. La curiosità dell’evento che riguarda le due coppie, mi permette di introdurre le prime due varietà, ovvero quelle presenti nei francobolli che le costituiscono. A tal proposito queste sono presentate nella composizione grafica di Figura 19, mostrando le stesse su altri pezzi della Collezione. I francobolli portanti le varietà sono presentati composti in modo da realizzare una simmetria, come riportato nella Mappa 1 di Figura 20, dove le varietà sono state identificate con la nomenclatura adottata da LG. Nella stessa mappa è rappresentata anche una ulteriore varietà, che non ha niente a che fare con le prime due, ma in quanto presente all’interno della striscia di tre esemplari che porta la varietà B8, sarà qui discussa. La varietà B8 viene codificata dal CM come C17, mentre la C9 come F20 dallo stesso manuale. Le lettere F e C della codifica stanno per ‘filetto’ la prima, parola poco adeguata all’argomento che stiamo trattando, che sta ad indicare la cornice esterna del francobollo (‘filetto’ forse perché somiglia ad un ‘filo’, ma si tratta a mio avvisto di una nomenclatura non adatta e decisamente desueta), in quanto l’anomalia più evidente o primaria si trova su questo elemento, mentre la seconda sta per ‘carattere’ in quanto l’anomalia più evidente o principale coinvolge un carattere, ovvero la ‘O’ finale della Dicitura 1. LG codifica la varietà B8 in quanto l’anomalia è collocata nella zona B, ovvero la Dicitura 1, mentre codifica la varietà C9 in quanto l’anomalia si trova in quella che lui chiama zona C ovvero quella dell’Ornato 2. Varietà B8 (C17) Questa varietà è facilmente identificabile dalla forma caratteristica della terza lettera ‘O’ della Dicitura 1 che ricorda la lettera greca ‘theta’ minuscola (1 in Figura 21).
Altre caratteristiche del cliché che ha dato origine a questo francobollo sono la scalfittura del Segmento 3 della cornice a sinistra in corrispondenza della lettera ‘P’ della Dicitura 2 (2 in Figura 21) e le due scalfitture del Segmento 2 della cornice in corrispondenza delle prime due lettere ‘O’ della Dicitura 1 (3 e 4 in Figura 22).
Varietà C9 (F20) Questa varietà si riconosce facilmente dalla caratteristica interruzione della cornice in angolo 2, quindi alla congiunzione dei Segmenti 2 e 3, visibile in Figura 23 indicata con il numero 5. Altra caratteristica di questo cliché è la scalfittura del Segmento 2 della cornice esterna in prossimità delle ultime due lettere della Dicitura 1, tra la ‘L’ e la ‘O’ quindi (dettaglio 6). Nell’esemplare da una crazia la scalfittura 6 non è visibile, molto probabilmente a causa dell’abbondante inchiostrazione del cliché che ha di fatto riempito la falla del metallo dello stereotipo.
Un’altra caratteristica tipica della varietà C9 sono le forme particolari delle ultime tre lettere della Dicitura 3, ‘A’, ‘N’ e ‘O’, evidenziate in Figura 24 rispettivamente nei dettagli 7, 8 e 9.
Sempre del cliché C9 è tipica la forma della parte bassa del Segmento 2 (dettaglio 10 in Figura 25). Si tratta di una deformazione riscontrabile sempre in questa varietà, probabilmente derivante da un urto subito dallo stereotipo che ne ha fatto rientrare leggermente la cornice esterna.
In Figura 26 sono evidenziati altri particolari che possono essere presenti nelle varietà C9 dei francobolli del Granducato di Toscana. L’angolo formato dai Segmenti 3 e 4 (angolo 3) può risultare schiacciato (dettaglio 11 in Figura 26) e può essere presente o visibile una leggera scalfittura esternamente al Segmento 4 in prossimità della congiunzione tra l’Ornato 3 e la Dicitura 3 (dettaglio 12 in Figura 26). Da notare che i dettagli 11 e 12 sono visibili negli esemplari del quattrino e del nove crazie, ma non negli altri due francobolli portati ad esempio.
LG afferma che i dettagli 11 e 12 sono presenti solo in un secondo stadio del cliché, così come un altro particolare che interessa la cornice in angolo 1, non presente negli esemplari mostrati in questo post. CM descrivono il dettaglio 11 come facente parte della varietà, ma essendo la loro conoscenza limitata al foglio di prova del due crazie della seconda emissione che utilizzano come supporto, l’informazione risulta meno completa rispetto a quanto riportato da LG.
Altro dettaglio della varietà C9 menzionato da CM ma non da LG, è una piccola falla in alto a sinistra dello scudo, interessante la parte interna del segmento esterno obliquo, ben visibile come dettaglio 13 in Figura 27 negli esemplari del quattrino e del nove crazie. La stessa falla non è ben visibile negli altri due esemplari mostrati, probabilmente a causa della maggiore inchiostrazione, del tipo di stampa o delle diverse proprietà fisiche dell’inchiostro utilizzato.
In Figura 28 è riportato un esempio di quello che può accadere nello studiare i francobolli del Granducato di Toscana, ovvero essere in possesso di un esemplare dalla marginatura molto ampia, tanto da mostrare parte di uno degli esemplari attigui, del quale è anche possibile riconoscerne la varietà. Il francobollo principale dell’esemplare #030 porta anch’esso una varietà molto interessante, la B4 che verrà discussa in futuro in un apposito post, ma dell’esemplare alla sua destra è possibile riconoscerne i tratti caratteristici della varietà C9, argomento di questo post. È perfettamente visibile, infatti, la caratteristica deformazione del Segmento 2 nella sua estremità inferiore (dettaglio 10), nonché la caratteristica 5 e difficilmente, perché parzialmente coperta dall’annullo, anche la 6, tipiche di questa varietà, che però non avrebbero permesso da sole di attribuire la varietà con certezza, cosa che la presenza del dettaglio 10, invece permette. Varietà E13 (P5) Nell’esemplare #027, oltre alla varietà B8 nel primo esemplare a sinistra, è presente anche la varietà E13 nell’esemplare a destra della striscia. CM codificano questa varietà come P5, dove la lettera ‘P’ sta per la parola ‘piedistallo’ ad indicare che la caratteristica principale di questa varietà risiede nell’interruzione della Linea Bassa del piedistallo in corrispondenza della zampa anteriore sinistra del leone (dettaglio 15 in Figura 29). LG codifica questa varietà come E13, ad intendere che la caratteristica principale di questa varietà risiede della deformazione tipica dello spigolo formato dai Segmenti 3 e 4 della cornice esterna, visibile in Figura 29 come dettaglio 14. Viene attribuita la lettera ‘E’ al codice della varietà in quanto la deformazione cade nella zona ‘E’. LG inoltre riporta che la forma tipica del Segmento 5 nella sua estremità destra, visibile come un assottigliamento interno (dettaglio 16 in Figura 29), è tipica di un secondo stadio di questa varietà.
CM riportano una caratteristica ulteriore rispetto a LG, ovvero la deformazione tipica della seconda lettera della Dicitura 1, la ‘R’, nella sua estremità inferiore sinistra. In effetti tale caratteristica, la 17 della Figura 29, è presente anche negli esemplari mostrati da LG nel suo manuale. Certificazione delle varietà dei francobolli emessi dal Granducato di Toscana Al momento in cui questo post viene pubblicato, mi risulta che solo una persona sia in grado di emettere certificati peritali riguardo le varietà dei francobolli emessi dal Granducato di Toscana. Si tratta di Luigi Guido, colui che, come descritto nel post precedente, ha portato a termine e pubblicato il lavoro più approfondito, dettagliato ed esauriente sul tema delle varietà dei francobolli granducali (Figura 30).
Luigi Guido in quanto Perito Filatelico della Stampa e della Carta, rilascia certificati di autenticità per i francobolli degli Antichi Stati Italiani (ASI), compresi quindi anche i francobolli di Toscana. Luigi Guido, oltre a quanto detto finora, è in grado, quando possibile, di ritracciare la posizione del cliché nella tavola di 240 esemplari, il cosiddetto ‘plattaggio’, grazie alla combinazione di informazioni derivanti da eventuali elementi tipografici e frammenti della filigrana presenti sui francobolli (Figura 31).
P.S. Il francobollo #286 della Composizione 1 di Figura 29, fa in realtà parte di un multiplo, una striscia orizzontale di tre esemplari, dal quale è stato graficamente estrapolato per motivi di composizione nella realizzazione della Figura 1. Si tratta di un pezzo interessante in quanto mostra, oltre alla varietà C9 del primo esemplare, un elemento tipografico rilevante, l’interspazio di gruppo in alto ed una varietà sul tassello del valore dell’esemplare centrale, una scalfittura del Segmento 0 (Figura 32)
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